Articolo a cura del SUNAS su Quotidiano Sanità
Il ruolo del Servizio sociale professionale per una nuova sanità integrata e coordinata
di Salvatore Poidomani

22 LUG – Gentile Direttore,
abbiamo letto e apprezzato l’ottimo, puntuale e approfondito articolo del dott. Proia – sempre attento alle istanze della nostra professione – relativo alla pubblicazione del documento CNOAS “Linee d’indirizzo sulla Direzione del Servizio Sociale Professionale e sul Dirigente Assistente sociale nelle Aziende sanitarie e nelle Aziende ospedaliere”.
Come sottolinea il Dott. Proia, si tratta di un documento pensato per fornire ai decisori politici uno strumento sistematizzato, fondato sulle esperienze già avviate in alcune Regioni e sulla consolidata capacità organizzativa, programmatoria della professione di assistente sociale nel governare gli ambiti di integrazione socio sanitaria. Riteniamo sia strategico considerare il SSP come strumento per la facilitazione nella costruzione della nuova organizzazione della rete territoriale (DM 77) e ospedaliera delle ASL/ AOU, rispondendo ai nuovi bisogni di salute generati dal mutato quadro epidemiologico e nosologico del Paese.
Con il PNRR e il DM 77 si è avviato questo necessario processo di riforma che consentirà di disegnare un nuovo modello organizzativo, con servizi di prossimità, vicini al cittadino e con percorsi e programmi che mettono al centro la persona con i suoi bisogni sia di tipo sociale che sanitario che necessitano di essere presi in carico con valutazioni multidisciplinare e gestiti da servizi fortemente integrati.
Questi servizi richiedono una governance finalizzata a garantire equità di accesso, prossimità, sostenibilità e percorsi di continuità delle cure, ma soprattutto l’integrazione tra i servizi sanitari, sociosanitari e sociali, superando così un’offerta di servizi frammentati, disaggregati, non coordinati e non integrati con una regia e governance in grado di gestire le risorse (appropriatezza) e di orientare in modo corretto la domanda stessa.
Siamo consapevoli che la forte disomogeneità è una criticità, rappresentata dalla differente regolazione regionale e pianificazione a livello locale con una ripartizione dei costi socio-sanitari previsti per i LEA non approvati integralmente dai vari sistemi di welfare regionali.
Ma siamo altrettanto consapevoli che la responsabilità dell’integrazione va individuata e definita fra settore sanitario e settore sociale e che oggi non risulta affidata ad alcun attore neanche rispetto ai risultati raggiunti, e va attuata sulla base di linee guida nazionali, con l’obiettivo di superare le gravi disparità tuttora esistenti su tutto il territorio nazionale.
Il SUNAS – Sindacato Professionale degli Assistenti Sociali – sin dalla sua costituzione ha sempre posto al centro della propria azione e sostenuto, mantenendo un impegno costante negli anni, l’obiettivo dell’istituzione del Servizio Sociale Professionale in Sanità e della sua dirigenza, attraverso iniziative, proposte e documenti rivolti all’attenzione dei decisori politici, a livello nazionale e regionale, per promuovere l’approvazione di normative finalizzate a consolidare questa funzione fondamentale per il riconoscimento della professione.
Un impegno che ha seguito un percorso parallelo a quello dell’Ordine, spesso in collaborazione con esso, nel rispetto dei diversi ruoli e mandati istituzionali.
Il sindacato ha sostenuto con continuità l’approvazione e l’attuazione di leggi e norme nazionali e regionali che hanno dato l’avvio ad un servizio sociale strutturato e con i relativi dirigenti assistenti sociali in alcune Regioni come Toscana, Sicilia, Piemonte e Lazio, Friuli V.G. Si pensi alla L. 27/2006 (art. 1-octies), integrativa della L: 251/2000. Il SUNAS è stato anche promotore e componente del Tavolo tecnico del Ministero della Salute che nel 2010 esitò il documento “Funzioni del Servizio Sociale Professionale in Sanità”.
In tempi più recenti (biennio 2022-24), il SUNAS ha realizzato una ricerca-azione che ha consentito una mappatura dello stato dell’arte del servizio sociale in sanità in tutte le regioni, attraverso la collaborazione di stakeholder ed esperti, e di tutti gli Ordine Regionali degli assistenti sociali. Sono stati raccolti dati significativi sulla presenza o meno di modelli organizzativi specifici e di dirigenti assistenti sociali. Nel 2024 ha promosso sul tema l’organizzazione di due eventi che hanno suscitato l’attenzione e l’interesse di alcuni importanti e autorevoli rappresentati istituzionali.
Il primo è stato il Tavolo di confronto promosso dal SUNAS nell’ambito del 19° Forum Risk Management in Sanità di Arezzo nel novembre scorso, con l’autorevole intervento del CNOAS; l’altro evento è stato organizzato dal SUNAS Piemonte, dal SUNAS Nazionale e dal CROAS Piemonte a Torino sul tema “Mai più salute senza sociale 2.0”.
La raccolta dei vari contributi emersi in occasione di quegli eventi ha portato all’elaborazione di un Manifesto che raccoglie le proposte SUNAS per il Servizio Sociale in Sanità che è stato condiviso con tutte le rappresentanze della professione, con la comunità professionale e con i decisori politici ed istituzionali. Al centro del documento c’è l’idea che oggi l’integrazione sociosanitaria rappresenti il volàno del cambiamento del Servizio Sanitario Nazionale, una sfida nella sfida nella prospettiva di costruire un Sistema Salute globale, efficace e sostenibile. Così come indica l’OMS.
Per completezza d’informazione è doveroso sottolineare anche l’impegno del SUNAS relativamente agli aspetti contrattuali. Dai dati raccolti dal nostro Sindacato emerge che agli assistenti sociali cui è stato attribuito un incarico di dirigente oggi vengono applicati contratti sia della dirigenza amministrativa che sanitaria, una scelta non in linea con il CCNL dell’Area Sanità triennio 2016-2018 e successivo 2019-2021 né con l’art. 5 della Legge 3/2018, istitutiva della nuova area sociosanitaria e dei profili professionali sociosanitari (tra i quali c’è il profilo dell’assistente sociale), concretamente definiti dall’art. 34, comma 9-ter della Legge n. 106/2021, di conversione del DL n. 73/2021, nonché recepiti a livello contrattuale ( CCNL comparto sanità 2019-21).
Va anche ricordata la nota prot. ARAN E 0003497/2020 del 26.5.2020, la quale stabilisce che in via provvisoria, fino a quando non verrà emanata la relativa disciplina concorsuale, gli incarichi dirigenziali di coordinamento degli assistenti Sociali rientrerebbero tra gli incarichi delle professioni sanitarie e quindi soggetti alla disciplina contrattuale del CCNL dell’Area Sanità. Questo parere continua ad essere l’unico chiaro riferimento applicativo dal momento che anche l’ultimo CCNL 2019-2021 della Dirigenza sanitaria, non ha inserito la figura dell’Assistente Sociale Dirigente nella declaratoria dei professionisti dirigenti. Il SUNAS chiede che questa incongruenza sia risolta al più presto perché essa lede le legittime istanze, in termini di riconoscimento professionale ed economico, dei professionisti assistenti sociali che svolgono una funzione dirigenziale.
Il SUNAS continuerà nella propria azione di promozione e tutela delle istanze della categoria – che in larga parte coincidono con i diritti dei cittadini e della comunità – perseguendo tre obiettivi prioritari:
– Consolidare il sistema e la rete dei servizi sanitari, sociali e socio sanitari, secondo un modello realmente integrato, una tappa fondamentale del percorso più ampio di riorganizzazione e innovazione del Servizio Sanitario Nazionale, istituito per la tutela del diritto alla salute dei cittadini, come dettato dall’articolo 32 della Costituzione, secondo i principi fondamentali dell’universalismo, dell’uguaglianza e dell’equità definiti dalla Legge n. 833/78. In quest’ottica occorre avere una vision di sistema per elaborare un piano di rilancio del SSN che deve essere mantenuto a responsabilità pubblica ed essere adeguatamente e fortemente sostenuto e finanziato dallo Stato.
– Implementare il personale assistente sociale nei servizi sanitari sociosanitari e nelle case della comunità, investendo sulle risorse umane e professionali dell’area socio sanitaria in particolare sugli assistenti sociali, anche attraverso il giusto riconoscimento giuridico/contrattuale ed economico.
– Istituire in tutte le regioni un Servizio Sociale Professionale, in tutte le Aziende Sanitarie e Ospedaliere. Su questo punto è stato chiesto ed ottenuto un incontro al Ministero della Salute a cui il SUNAS ha chiesto l’avvio di un percorso, come ad esempio l’istituzione di un Tavolo Tecnico, analogamente a quello istituito nel 2010, con il compito di fare il punto sullo stato dell’arte e definire le “Linee guida sugli standard strutturali, organizzativi, operativo/gestionali e del personale del Servizio Sociale Professionale in Sanità”, da sottoporre anche all’attenzione di AGENAS e successivamente da portare in discussione in sede di Conferenza Stato-Regioni per la relativa approvazione.
Salvatore Poidomani
Presidente Nazionale SUNAS
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