Al Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali

Al Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali

Ai Consigli Ordini Regionali Assistenti Sociali

Ad ASSNAS, SOCISS, ASIT, ASPROC, SOSTOSS

 

Oggetto: scioglimento del Tavolo del Patto per la Professione e attività di promozione e di sostegno dei professionisti assistenti sociali e del servizio sociale.

 

Il Sunas, che è stato promotore e tra i fondatori del Patto per la Professione, in diversi incontri aveva sollecitato un aggiornamento e una verifica degli obiettivi programmatici a suo tempo indicati come prioritari per il Tavolo, e una conseguente ridefinizione organizzativa. Ciò anche in occasione dell’incontro del 23 luglio 2021, quando il CNOAS aveva preannunciato l’intenzione di chiudere il Tavolo del Patto per la Professione.

Prendiamo atto della nota del 14 aprile u.s. in cui il CNOAS comunica di avere deliberato lo scioglimento del Tavolo del Patto per la Professione, con una decisione e con un atto unilaterale che non possiamo condividere, sia per la modalità sia per le motivazioni addotte.

Il Tavolo del Patto per la Professione, infatti, è stato costituito a partire dalla volontà comune delle diverse espressioni della famiglia professionale di individuare una luogo, una cornice, un metodo per incontrarsi ed elaborare insieme strategie di azione per la professione, intesa nelle sue diverse sfaccettature. Una volontà e un processo collettivo, dunque, e la costituzione di un consesso delle associazioni e delle rappresentanze della professione in cui il Cnoas ricopre un ruolo di “primus inter pares”.  Per questo non possiamo condividere la scelta del CNOAS di “chiudere” il Tavolo in modo unilaterale e senza alcun confronto.

Né possiamo condividere le argomentazioni addotte:

La nota del Cnoas fa riferimento a “mutamenti visibili” che “non lo rendono più funzionale alle sue originarie finalità”, mutamenti che – se effettivamente intervenuti-  meriterebbero quantomeno un’ esplicitazione, una analisi,  un confronto.

La stessa nota, inoltre, sostiene che “in questi mesi non sono pervenute proposte in merito alla ridefinizione degli obiettivi, dei contenuti e di una nuova modalità di lavoro da parte di nessun componente del Tavolo” , mentre da parte del SUNAS – e ci risulta anche dell’ASSNAS-  in questi ultimi tempi sono state inviate varie richieste di convocazione del Tavolo per consentire un confronto su temi che hanno riguardato la comunità professionale, tra cui quello relativo alle ultime elezioni Cnoas.  Tali richieste non hanno ricevuto alcun riscontro se non -appunto- quello della chiusura del Tavolo.

Tutto ciò indurrebbe a pensare che il vero punto della questione e la motivazione di questo atto unilaterale sia la precisa volontà di evitare qualunque occasione di confronto potenzialmente dialettico, e questo ci dispiace e ci preoccupa poiché avviene proprio su decisione dell’Organismo la cui funzione è di rappresentanza di tutti i professionisti iscritti.

Dunque, oggi siamo a chiedere nuovamente un confronto esaustivo e democratico per conoscere le valide motivazioni della chiusura del Tavolo, che allo stato attuale non ci è dato di conoscere.

Nel corso degli ultimi due anni, per parte nostra abbiamo continuato ad inoltrare le nostre proposte in merito all’avanzamento della categoria professionale, tenendo conto anche della particolare situazione caratterizzata dalla diffusione della pandemia e ora anche dei problemi che la guerra in Ucraina sta portando in Europa e in Italia.

Consapevoli della drammaticità delle circostanze cerchiamo di guardare sempre con fiducia al futuro, a partire dai valori, dai principi che fondano l’identità e l’agire della nostra professione.

Nel promuovere le nostre iniziative abbiamo inteso perseguire l’unità di intenti tra tutte le rappresentanze degli assistenti sociali, in particolare di quelle componenti il Tavolo del Patto per la Professione, che abbiamo sempre considerato come una alleanza strategica fondata sulla condivisione di alcuni obiettivi ed azioni.

Proposte di riforme, obiettivi e azioni da mettere in atto, nel rispetto della specificità di ogni soggetto, per il raggiungimento di nuovi e più significativi traguardi in termini di riconoscimento, promozione e tutela della professione in ogni contesto della società.

Abbiamo inviato a voi tutti le nostre proposte inoltrate al Governo in materia di occupazione, di valorizzazione della professione, in particolare sul ruolo degli assistenti sociali nel Ministero della Giustizia, richiedendo su questi temi un confronto.

Siamo stati presenti al confronto, non sottraendoci in alcune occasioni all’approccio dialettico di proposta e di critica, che d’altra parte è il fondamento della democrazia e che da sempre ispira l’agire del nostro Sindacato.  A tal proposito ricordiamo, fra le altre, le nostre osservazioni e proposte sul nuovo Codice Deontologico, sulle Linee Guida per l’uso dei social, sulle competenze degli assistenti sociali e sulla funzione del servizio sociale professionale.

Abbiamo avanzato e condiviso con voi osservazioni sulla la questione dell’aumento del contributo annuale dell’Ordine, come doveroso invito all’ascolto corale delle richieste pervenute, un sollecito a considerare l’opportunità di una scelta politica e contingente, un atto di sensibilità che avrebbe potuto superare le procedure attuali. Spiace constatare il fraintendimento della nostra comunicazione: forse per qualcuno tale ascolto era un atteggiamento populista e demagogico, per noi il non-ascolto dei professionisti assistenti sociali sarebbe stato un comportamento inadeguato e poco democratico.

In merito al sollecito, che ci è stato rivolto, a presidiare le questioni squisitamente sindacali, possiamo affermare con orgoglio di avere sempre fatto la nostra parte, sul piano dei contratti e delle tutele sul posto di lavoro, per lo sviluppo occupazionale in ambito pubblico e privato, per il miglioramento sul piano organizzativo e di sviluppo delle carriere (come si può leggere nei vari documenti a suo tempo inviati).

Su tali questioni stiamo investendo tutti i nostri sforzi e quelli della confederazione CSE cui apparteniamo, all’interno delle contrattazioni con le diverse controparti pubbliche e private

Siamo presenti su vari tavoli di trattativa, con le nostre piattaforme per ciascun comparto.

Il focus della nostra azione è oggi quello della contrattazione nazionale, della riforma della P.A., della strutturazione del servizio sociale e dell’omologa dirigenza con un modello organizzativo specifico all’interno dei servizi del settore pubblico, privato e del Terzo Settore, della tutela dei professionisti in tutti i luoghi di lavoro e nella libera professione.

È chiaro, ne siamo consapevoli, che tutto questo non è sufficiente. Non bastano gli sforzi dei tanti colleghi, del SUNAS oltre che dell’Ordine, “per rivendicare e raggiungere risultati importanti come i livelli essenziali delle prestazioni sociali, gli obiettivi di servizio riferiti al rapporto tra assistenti sociali e abitanti – anche per i territori più svantaggiati – la supervisione professionale, il riconoscimento della professione nella nuova articolazione dell’assistenza sanitaria territoriale e l’estensione a nostro favore della norma contro le violenze a danno degli operatori socio sanitari”.

Occorre tradurre gli obiettivi, ma anche le conquiste sulla carta, in reali e concreti benefici e prerogative, a livello operativo, lavorativo e contrattuale, con la strutturazione del Servizio Sociale Professionale in ogni contesto lavorativo, con adeguati livelli occupazionali e con una reale equiparazione tra le condizioni lavorative dei colleghi che lavorano nel privato e quelle, certamente più vantaggiose sia pure non ottimali, di coloro che lavorano nel settore pubblico.

Obiettivi e soprattutto traguardi che sono raggiungibili solo se tutta la comunità professionale e le sue rappresentanze, come è storicamente dimostrato, sapranno lavorare in sintonia e mettere in campo azioni comuni, condivise e unitarie, nel rispetto dei vari ruoli.

La chiusura del Tavolo del Patto appare, dunque, quantomeno intempestiva in quanto -proprio in questa congiuntura storica- è particolarmente necessario “fare quadrato” e riprendere i punti programmatici che erano alla base della nascita del Tavolo del Patto per la Professione, per rilanciarli nei confronti dei decisori politici e delle istituzioni.

In particolare, due punti riteniamo attuali e imprescindibili: il riordino della Legge 84 e il riordino del percorso accademico, importanti entrambi nella promozione e nello sviluppo delle carriere e della libera professione.

In previsione della definizione ed attuazione del PNRR, del DM 71 e di tutte le misure e dei provvedimenti normativi già approvati o da approvare, ci interessa avanzare proposte e richieste forti e credibili a promuovere le istanze degli assistenti sociali, lo sviluppo e il potenziamento del ruolo del servizio sociale, la promozione di politiche sociali ed economiche sostenibili, mirate a far ripartire il Paese anche attraverso un welfare fondato sulla tutela dei diritti, l’equità, la solidarietà, la giustizia sociale.

Questi i temi e le questioni che, poniamo all’attenzione di tutte le rappresentanze degli assistenti sociali italiani:

 

  • Riforma della Professione, revisione della Legge n. 84/93 e del DPR n. 328/2001,
  • Riforma dei percorsi della formazione accademica, superamento dei vincoli del DM 22 ottobre 2004, n. 270, revisione degli esami di stato, con attenzione alla ricerca e alla docenza delle discipline professionali.
  • Nuova collocazione lavorativa e contrattuale dell’ AS con l’istituzione di un’area organizzativa specifica del servizio sociale professionale e relativa dirigenza/direzione affidata ad un assistente sociale in tutti i contesti lavorativi del settore pubblico (sanità, enti locali, ministeri) e privato, del Terzo Settore.
  • Implementazione delle azioni di tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro e ottenere reali misure per il riconoscimento e la prevenzione del “rischio professionale”.
  • Potenziamento della libera professione dell’assistente sociale verso nuovi ambiti di lavoro, anche attraverso la sperimentazione di progetti innovativi.
  • Promozione delle opportunità lavorative e contrasto alle situazioni di precariato e di sfruttamento, di mancato riconoscimento del profilo professionale sia a livello operativo che contrattuale/retributivo.
  • Sviluppo della libera professione.

E’ a partire da questi temi che ci sembra doveroso aprire il confronto in base al quale prendere la decisione comune della chiusura o del mantenimento del tavolo per la professione!

Per questo, nel ricordare ancora il valore politico che il Patto per la Professione rappresentava per la comunità professionale, Tavolo costituito con un atto formale e con un Regolamento condiviso da tutti i partecipanti fondatori e di quelli che si sono aggiunti successivamente, sottolineiamo ancora che l’eventuale decisione di scioglierlo è da prendersi dopo averne convocato le Parti e avere  sentito tutti i Soggetti in presenza, procedendo con analogo atto formale.

Chiediamo al CNOAS, pertanto, di convocare, in tempi ragionevolmente brevi, il Tavolo del Patto, invitando tutti i consiglieri, nazionali e regionali, e i soggetti componenti del Patto, ad esprimersi su quanto da noi rappresentato e farci pervenire un cortese riscontro.

In attesa, porgiamo a tutti cordiali saluti.

5 maggio 2022

 

Per la Segreteria Nazionale

Il Segretario Generale

 

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