Il Governo a distanza di oltre due settimane dall’approvazione in Consiglio dei Ministri e dopo vari aggiustamenti, ha finalmente inviato al Senato il Disegno di Legge (DDL) sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2024.Come abbiamo già avuto modo di anticipare, la

La manovra vale complessivamente 24 miliardi di euro, i 2/3 dei quali saranno finanziati in deficit, e il restante terzo derivante invece da tagli di spesa o da aumento di imposte/tasse,

Confermate le misure del taglio del cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti già in essere dal 1 luglio 2023, e la riduzione a tre delle aliquote IRPEF, entrambe le misure finanziate però solo fino a tutto il 2024, e un accantonamento di 7,5 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali di tutto il personale pubblico, comprensivi dei 2,5 mld destinati alla Sanità e dei 2 previsti dal DL “anticipi” (DL 18.10.2023, n. 145).

Tra i provvedimenti contenuti nel DDL, spicca quello che riguarda il sistema pensionistico che non va certo verso il più volte annunciato superamento della cosiddetta Legge Fornero, anzi, pur confermando “quota 103” e quindi la possibilità di continuare ad andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica, vengono introdotti nuovi e peggiorativi vincoli che inaspriscono i criteri per l’uscita anticipata, con un unico scopo: fare cassa con le pensioni. Condizioni peggiorative e penalizzanti sono previste anche per “Opzione donna” e “Ape Sociale”.

È evidente che non possiamo esprimere un giudizio positivo su una manovra che non destina adeguate risorse al welfare, alla sanità, che non prevede misure concrete per contrastare le situazioni di povertà, di fragilità di precariato in cui oggi vivono milioni di italiani che devono fare i conti con l’inflazione, il caro-prezzi, il caro-carburante.

Ricordiamo che secondo il rapporto annuale ISTAT è aumentata la povertà assoluta in Italia, e che con l’abolizione del reddito di cittadinanza senza la previsione di adeguate politiche e misure alternative si rischia di avere nei prossimi mesi una platea ex beneficiari considerati “occupabili” ma per i quali è possibile ipotizzare, in base ai dati diffusi da Unioncamere-Excelsior- non ci saranno sufficienti offerte di lavoro provenienti dalle imprese.

Il SUNAS, insieme alla Confederazione CSE, seguirà costantemente il percorso dei lavori parlamentari augurandoci che in qualche modo possano essere introdotte delle modifiche e delle integrazioni al testo del Governo, anche se questa è una aspettativa che difficilmente verrà positivamente soddisfatta, in considerazione della scelta operata dalle forze di maggioranza di non presentare emendamenti. Noi comunque cercheremo di avanzare le nostre proposte e richieste in senso migliorativo e nell’interesse della categoria degli assistenti sociali e dei cittadini.

I punti essenziali della nostra piattaforma:

  • Piano di assunzioni di assistenti sociali nella pubblica amministrazione
  • Maggiore riconoscimento del lavoro svolto dagli assistenti sociali del privato
  • Rapido avvio dei rinnovi contrattuali e adeguamento delle retribuzioni
  • Istituzione del Servizio Sociale Professionale in sanità, negli EE.LL. e nei Ministeri
  • Istituzione della dirigenza di Servizio Sociale Professionale

 4 novembre 2023

                                                                               La Segreteria Nazionale

 

 

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