Gli assistenti sociali per la promozione dei diritti. Lavoro, Salute, Servizi Sociali.

Documento SUNAS per le elezioni politiche 2022

Il SUNAS pone l’attenzione delle coalizioni, dei partiti e dei candidati impegnati per le elezioni
politiche del 25 settembre 2022 sui temi riguardanti Welfare, Politiche Sociali, Salute, Sanità,
Giustizia, Diritti delle persone, con attenzione alle politiche per la parità di genere e le pari
opportunità, basati su una prospettiva di sviluppo e di valorizzazione degli Assistenti Sociali e
del Servizio Sociale Professionale.
Chiediamo innanzitutto la piena attuazione delle azioni di riforma previste dal PNRR per le aree
del sociale, della sanità, della salute (Missione 5 e Missione 6), ma anche della giustizia e
dell’istruzione, in un’ottica di vero e proprio investimento sociale, duraturo e articolato, ritenendo
non più tollerabile la politica dei tagli indiscriminati; mentre va piuttosto realizzata una reale riduzione
degli sprechi e una riqualificazione della spesa.
Chiediamo, inoltre, programmi incentrati su obiettivi concreti e realizzabili, ma soprattutto
azioni e piani concreti nella prossima legislatura, per lo sviluppo e l’attuazione di un Welfare
fondato sui Politiche Sociali che garantiscano e rafforzino il sistema e la strutturazione dei Servizi
Sociali e Sociosanitari per i cittadini a tutti i livelli nei quali è organizzata la Pubblica
Amministrazione, sia centrali (Ministeri Giustizia, Lavoro e Politiche Sociali, Interni, INAIL e INPS)
che regionali e locali e nella scuola, attuando appropriati interventi di riorganizzazione e di
innovazione, secondo una visione olistica della persona e di integrazione tra tutti i servizi rivolti
alla persona e alla comunità. In tale contesto è quanto mai urgente e necessario adottare
politiche di riequilibrio tra Nord e Sud del Paese, di superamento delle diseguaglianze territoriali
per l'accesso ai servizi, e contrastare i tentativi di privatizzazione e di un anacronistico ritorno ad
un ad una visione e ad un approccio caritativo-assistenziale.
Occorre puntare su processi innovativi in grado di favorire una seria programmazione degli
interventi dove finalmente si definiscano e si realizzino i percorsi di integrazione socio-sanitaria, a
livello di prevenzione, cura e riabilitazione, sostenuti da appropriate azioni di monitoraggio, di
valutazione e verifica, al fine di garantire qualità, efficacia, efficienza e sicurezza delle prestazioni.
In questa prospettiva il ruolo dei professionisti Assistenti Sociali e del Servizio Sociale
Professionale è fondamentale e strategico, per i compiti e le funzioni che essi svolgono da sempre
rispetto alla promozione, organizzazione e gestione dei servizi alla persona, in grado di garantire un
utilizzo mirato, integrato e razionale delle risorse e di fornire adeguati livelli e standard di qualità,
efficienza ed efficacia nell’attuazione degli interventi e dei servizi sociali e sociosanitari a favore dei
cittadini.
Il nostro osservatorio sindacale è da sempre orientato a seguire e valutare i servizi del territorio, in
cui come Assistenti Sociali lavoriamo quotidianamente insieme ai cittadini, spesso in situazioni
difficili, con scarse risorse – umane, strumentali e organizzative – cercando di dare risposte ai
bisogni e a salvaguardare i diritti delle persone, soprattutto di quelle che vivono condizioni di fragilità,
disagio, povertà, esclusione, aggravate dagli effetti negativi della crisi economica e sociale e resi
ancora più dure dal conflitto Russia-Ucraina.
La grave emergenza sanitaria dovuta alla diffusione della pandemia Covid-19 ha inoltre reso
evidente nel nostro Paese la necessità di ricomporre e rinforzare il sistema pubblico dei Servizi
Sociali, finalmente e realmente integrato con il servizio sanitario nazionale, per cui diventa
strategico riaffermare il ruolo centrale dello Stato, recuperando una visione di insieme, pur nel
rispetto delle prerogative regionali e territoriali.
Al nuovo Parlamento e al nuovo Governo chiediamo di portare avanti i seguenti obiettivi:
Per il lavoro e l’occupazione

 Politiche attive per il lavoro e l’occupazione stabile, attraverso un piano straordinario
di assunzioni, come già avviato dal Governo dimissionario, superando altresì la politica dei
tetti di spesa al personale
 Eliminazione del precariato, sia nel settore pubblico che nel privato, che colpisce
soprattutto tanti giovani, tra cui molti Assistenti Sociali, spesso costretti a lavorare in condizioni
contrattuali inique e di sfruttamento, con rapporti di lavoro atipici, senza adeguate forme di
tutela e senza un pieno riconoscimento sia a livello professionale che retributivo. Prevedere
l’adozione di norme che favoriscano il riconoscimento del servizio prestato ai fini concorsuali
nella PA.
 Adozione di norme più efficaci e severe, e maggiori controlli e vigilanza sui servizi
erogati da enti privati, in regime di convenzione o di esternalizzazione, che in molti casi non
garantiscono ai cittadini adeguati livelli di assistenza, con ricadute negative sulla qualità delle
prestazioni e degli interventi.
 Miglioramento delle condizioni del lavoro nei vari comparti, in particolare nel SSN
e enti locali, in un sistema che privilegi i valori professionali e di servizio rispetto a quelli
economicistici e aziendali.
 Aumento delle retribuzioni, adeguandole alla media europea, detassazione degli
incrementi contrattuali, abrogazione dell’art. 23, comma 2 del decreto 75/2017, cosiddetto
“Madia”, che pone un tetto al salario accessorio.
Per i professionisti Assistenti Sociali e il Servizio Sociale Professionale
 Riconoscere una nuova centralità alla funzione del Servizio Sociale Professionale
prevedendo la sua strutturazione organizzativa e istituendo l’omologa dirigenza (così come
attuata già in alcune regioni) nella sanità, negli enti locali, nelle funzioni centrali (Ministeri
Giustizia – anzitutto ripristinando la dirigenza di servizio sociale negli UEPE – MLPS e Interno,
EPNE: INPS e INAIL) e nel settore privato. In tale contesto, occorre dare attuazione agli Uffici
di Piano in tutti gli Ambiti Territoriali Sociali e alle relative competenze, dotandoli di adeguate
risorse umane e finanziarie, sotto la guida di Assistenti Sociali Dirigenti.
 Riformare lo stato giuridico della professione Assistente Sociale, con
l’aggiornamento della Legge 84/93 e del DPR 328/2001, rafforzandone la formazione e
l’autonomia sia sotto il profilo professionale che gestionale, e sviluppando ricerca e
specializzazioni. Approvare una norma organica che aggiorni e regolamenti le competenze dei
professionisti Assistenti Sociali,
 Riformare la formazione accademica degli assistenti sociali al fine di migliorare la
qualità delle competenze professionali, necessarie per affrontare la complessità sociale.
Per i cittadini e le comunità
 Lotta alla povertà e all’esclusione sociale, non più o non solo attraverso bonus
economici ma con interventi strutturali su servizi, lavoro e politiche abitative, per promuovere
l’autonomia delle persone, ma anche dando il giusto riconoscimento alle competenze
professionali degli Assistenti Sociali e del Servizio Sociale Professionale.
 Sostegno alle famiglie e all’infanzia, attraverso interventi specifici a favore della
natalità, della genitorialità responsabile, con azioni di contrasto alla povertà educativa ed
economica e alle diverse forme di vulnerabilità delle famiglie, promuovendo interventi più
incisivi a sostegno dei nuclei monogenitoriali, in particolare a supporto di madri e padri separati
in condizioni di significativo disagio sociale ed abitativo, favorendo l’effettiva esigibilità dei diritti
dell’infanzia e dell’adolescenza previsti dalle norme nazionali e dalle Convenzioni
internazionali.
 Contrasto alle varie forme di violenza, di maltrattamento, di abuso fisico e
psicologico, di bullismo e ciberbullismo con interventi, soprattutto di prevenzione, a tutela delle
donne, dei minorenni e degli anziani, che sono i soggetti più a rischio.
 Politiche organiche a favore di disabili, anziani e non autosufficienti, e delle loro
famiglie, in condizioni di fragilità, attraverso l’attuazione di leggi di riforma in grado di garantire
un adeguato sistema di interventi domiciliari, territoriali e residenziali, in perfetta integrazione

tra interventi sociali e prestazioni sanitarie, incentivando la costituzione di soluzioni abitative
alternative all’istituzionalizzazione anche per anziani e disabili, al fine di favorire la piena
autonomia della persona, secondo il “progetto di vita personalizzato e partecipato” di ognuno.

 

 

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